Le foto di Maurizio Toni
Che cosa vuol dire fotografare? Ho sempre pensato che ci sono, fondamentalmente, due modi di fare le foto. Uno è quello di chi colleziona immagini per ricordo, delle cartoline fai da te che poi rimangono in un cassetto (reale o virtuale) dal quale, spesso, non escono quasi mai. L’altro è di chi tenta di tradurre con le foto le proprie esperienze, emozioni, sensazioni per dare ad ogni scatto un significato unico: queste sono immagini che rappresentano ricordi, legano a delle emozioni e tendenzialmente diventano indimenticabili.
Sarete d’accordo con me, credo, nell’affermare che tutti vorremmo fare foto indimenticabili. La realtà è che, forse anche a causa della facilità con cui si può scattare oggi (e ben venga!), rischiamo di collezionare un sacco di foto da cassetto :-). La questione non è che non conosciamo una tecnica fotografica oppure non abbiamo lo strumento adatto. Il problema fondamentale è che non siamo abituati a vedere oltre ciò che vediamo, come spesso ho modo di dire. Che cosa significa? Provo a spiegarlo in poche parole, tentando anche di rendere chiara la mia filosofia e cultura fotografica.
Dico spesso che è importante allenarsi perché le foto non vanno fatte senza pensare, senza guardare oltre quello che si vede a prima vista. Guardare oltre quello che si vede vuol dire cogliere un dettaglio, cambiare la prospettiva, scegliere un’inquadratura ma, più di tutti, scegliere quello che non è da fotografare. La fotografia, per certi versi, è un po’ come la scultura raccontata dai grandi di quest’arte come Michelangelo: un’arte per via di levare. Il processo per arrivare all’opera finita non è fatto di continue aggiunte, ma di un’incessante operazione di sottrazione. Per fare il David di Donatello, Michelangelo è partito da un blocco di marmo e ha tolto tutto quello che c’era di superfluo prima di arrivare alla figura finale.
Credo che la fotografia debba essere, in questo senso, una continua ricerca che passa per l’eliminazione di tutto ciò che è banale, già visto, retorico, facile, formale; che esclude stereotipi, false immagini, sorrisi scontati ed espressioni innaturali. Personalmente decido di scattare una foto solo quando ciò che vedo mi ha dato un’idea, un’emozione, una scusa per farmi riflettere. L’immagine che ne viene fuori dovrà racchiudere un’emozione. E, credetemi, tanto più le emozioni che proviamo sono forti, sincere e profonde tanto maggiore sarà la forza e la potenza della foto.
Se vi state chiedendo come, praticamente, ottenere un simile risultato potete cercare un posto in uno dei miei prossimi corsi oppure contattarmi per realizzare insieme il vostro prossimo servizio fotografico.